Verona, si sa, è la città di Giulietta e Romeo e, come in tutte le leggende, anche nella tragica storia dei due giovani amanti veronesi molti sono gli elementi che trovano un riscontro reale nella città. Quella di Shakespeare, che mai venne in Italia, non è che l’ultima delle versioni di una storia che era già piuttosto famosa, conosciuta e narrata da parecchi decenni prima che il bardo ne facesse il capolavoro che oggi tutti conoscono.
Visite Guidate
A Verona, accompagnati da una guida turistica, è quindi possibile visitare i numerosi luoghi shakespeariani della città, un itinerario guidato carico di fascino e di suggestioni.
Shakespeare Vs Da Porto
La storia di Giulietta e Romeo è una leggenda, ma come in tutte le leggende c’è sempre un fondo di verità. Quello dell’amore tra due giovani che finisce in tragedia a causa delle avversità fato beffardo è un topos letterario che risale all’antica Grecia e che ha probabilmente avuto così grande fascinazione a causa di una società che per secoli ha negato a uomini e donne di sposare chi veramente amavano.
Anche la tragedia di Giulietta e Romeo si inserisce in questo filone e difatti la trama dei due sfortunati amanti veronesi si rifà quasi sicuramente a tradizioni orali. Così almeno ci dice il vicentino Luigi Da Porto, avventuroso uomo d’armi e di lettere, primo autore della storia, nella prefazione della sua “Istoria novellamente ritrovata di due nobili amanti con la pietosa loro morte intervenuta già nella città di Verona nel tempo del sig. Bartolommeo della Scala“. Non molti infatti sono a conoscenza del fatto che quella di Giulietta e Romeo è anche la storia di un clamoroso plagio. William Shakespeare scrisse la “sua” Giulietta e Romeo tra il 1594 e il 1596, a più di sessant’anni dalla prima versione del Da Porto pubblicato nel 1530. Chi abbia l’opportunità di leggere la novella dello scrittore vicentino e confrontarla con l’opera teatrale di Shakespeare rimarrà stupito di come le due versioni siano pressoché identiche.
E’ lecito quindi supporre che sotto la leggenda vi sia quindi questo fondo di verità e che esso possa essere cercato e ritrovato a Verona.
Guelfi e Ghibellini
La situazione che fa da antefatto alla vicenda, con le famiglie cittadine in lotta tra di loro, ben rispecchia la situazione della Verona di fine duecento. La città, come tutto il Veneto, è reduce da cinquant’anni di scontri e faide tra guelfi e ghibellini, esacerbati dall’ascesa e caduta di Ezzelino da Romano. Con il progressivo consolidamento della Signoria Scaligera succeduta alla tirannide di Ezzelino Verona sta faticosamente ritrovando una sua stabilità politica e sociale, ma non è da escludere che le faide siano proseguite per decenni. Lo stesso Mastino I della Scala, capostipite della dinastia scaligera, viene brutalmente assassinato in un’imboscata tesagli da oppositori sul portone di casa, proprio dietro la centralissima piazza delle Erbe. Sul luogo del suo assassinio oggi una targa ricorda il tragico evento.
I Montecchi, o secondo altre diciture, Monticuli, famiglia storica di Verona, furono tra gli esponenti più agguerriti di parte ghibellina, sempre pronti a entrare nella mischia politica per il controllo della città, tanto da essere definitivamente banditi da Cangrande della Scala nel 1325. Il loro palazzo, a pochi passi dalla centrale piazza dei Signori, è da secoli considerato la “casa di Romeo“. Più che un palazzo nobiliare l’edificio, con le sue alte mura e una sorta di torrione laterale, ricorda un maniero munito. La merlatura a coda di rondine indica inequivocabilmente l’appartenenza ghibellina.
Dei Capuleti, la famiglia di Giulietta, si sa molto meno. Dante, nel VI canto del Purgatorio, parlando degli scontri che insanguinano e impoveriscono l’Italia, rivolgendosi all’Imperatore Alberto I d’Asburgo dice: “Vieni a veder Montecchi e Cappelletti / Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:/ color già tristi, e questi con sospetti!“. Dante non ci dice se fra questi vi fossero anche un Romeo e una Giulietta, ma è sicuramente degno di nota il fatto che Dante abbia trascorso a Verona, “lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello“, molti anni dell’esilio, con Cangrande, ma soprattutto con Bartolomeo della Scala, che secondo quanto ci dice Luigi da Porto governava Verona negli anni in cui si sarebbe svolta la vicenda di Giulietta e Romeo (1301-1304).
La presenza di Dante è ricordata a Verona da una statua posta al centro di piazza dei Signori, il cuore della Verona medievale.
La Casa di Giulietta
Negli itinerari guidati alla scoperta della città di Giulietta e Romeo proposti dalle guide turistiche di Verona, oltre ai monumenti sopraccitati, vengono visitati tutti gli altri luoghi legati alla leggenda. Ovviamente un posto privilegiato nel tour lo ha la casa di Giulietta, con lo stemma dei Capuleti o, come ci dice Dante, Cappelletti, raffigurante proprio un cappello da pellegrino scolpito nella chiave di volta di accesso, il celebre balcone, la statua bronzea installata alla fine degli anni ’60. Vengono poi visitati i luoghi legati alla signoria Scaligera nella Verona a cavallo tra ‘200 e ‘300, le tombe monumentali dette arche, Castelvecchio.
Palazzo Carlotti e Matteo Bandello
Un sito particolare è rappresentato poi dal luogo su cui si ritiene sia avvenuto il duello tra Romeo e Tebaldo, cugino di Giulietta, la cui uccisione causerà l’esilio del protagonista maschile della tragedia. Il riferimento letterario è questa volta alla novella di un altro autore: Matteo Bandello, che nel 1554, vent’anni dopo Luigi da Porto e quaranta prima di Shakespeare, nel suo novelliere inserisce la storia di Giulietta e Romeo. Non si tratta di una semplice scopiazzatura del Da Porto, vi sono infatti delle differenze non solo stilistiche, ma descrizioni puntuali di luoghi cittadini che potrebbero far pensare a fonti orali diverse da quelle del vicentino. Proprio il luogo del duello tra Romeo e Tebaldo è descritto con accuratezza. Si parla di un luogo “su il Corso vicino a la porta dei Borsari verso Castelvecchio“, proprio dove oggi sorge palazzo Carlotti, un imponente edificio seicentesco probabilmente edificato su di uno slargo adatto a un duello.
Sui luoghi legati alla storia di Giulietta e Romeo negli anni sono state poste delle targhe bronzee che ci ricordano il loro legame con la leggenda.
Non esiste mondo fuor dalle mura di Verona
È ad esempio il caso dei portoni della Bra, uno delle aperture di accesso alla città nella cinta muraria comunale. Se mai Romeo fosse esistito, avrebbe probabilmente varcato queste porte per lasciare Verona verso il suo esilio a Mantova. Oggi, su un lato dell’apertura, è stata posto un busto di Shakespeare e la targa con le sconsolate parole di Romeo: “ Non esiste mondo fuori delle mura di Verona: non c’è che purgatorio, supplizio, l’inferno stesso. Essere esiliato di qui, vuol dire essere esiliato dal mondo, e l’esilio dal mondo è la morte“. Le parole di Romeo nascono dal fatto che il suo mondo è ormai Giulietta, e l’amata rimane chiusa nelle mura cittadine mentre lui è costretto a lasciarle, ma possono anche essere lette con la situazione delle città italiane del periodo comunale e delle signorie, in cui la città chiusa nelle sue mura, era un vero e proprio piccolo stato. Lasciare le mura era come lasciare il proprio paese natio per andare all’estero.
La Tomba di Giulietta
E proprio l’alta cinta muraria che circondava la città nel medioevo e che, una volta chiuse le porte al tramonto impediva l’ingresso dall’esterno, ha fatto sì che venisse individuato il complesso monastico di San Francesco al Corso come luogo del tragico epilogo della storia: la tomba di Giulietta.
San Francesco al Corso era infatti l’unico monastero francescano esterno alla città tra ‘200 e ‘300. L’unico luogo dove Romeo, esiliato a Mantova, avrebbe potuto avere accesso senza dover confrontarsi con la guarnigione a guardia della città. Il fatto che il monastero fosse proprio francescano, lo stesso ordine di frate Lorenzo ideatore del piano di fuga dei due giovani, aggiunge plausibilità al tutto. Da secoli, un sarcofago in pietra rossa di Verona nella cripta della chiesa di San Francesco, viene identificato con il luogo dell’estremo riposo di Giulietta.
L’Idendità di Shakespeare
Per quanto riguarda Shakespeare, egli non venne mai a Verona. Per quello che ne sappiamo su di lui non lasciò mai l’Inghilterra. Già dal XVIII secolo si sono andate diffondendo le ipotesi e le teorie sulla reale identità dell’autore di Romeo e Giulietta. A molti appare singolare come il figlio di un guantaio e conciatore, educato a una scuola pubblica di una cittadina della provincia inglese, sia potuto divenire il maggior interprete della letteratura britannica, dimostrando una rara raffinatezza nell’utilizzo della lingua inglese e un’ancor più rara conoscenza delle dinamiche del potere, degli usi e costumi delle corti. Secondo alcune di queste teorie, William Shakespeare non sarebbe stato altro che un prestanome per un personaggio di grande rilievo (di volta in volta si è pensato a Francis Bacon, William Stanley, sesto conte di Derby, sir Walter Releigh, Mary Sidney, contessa di Pembroke,) forse vicino alla corte reale (addirittura la stessa regina Elisabetta I), che per motivi di decoro, in un’epoca in cui il teatro era visto come forma di intrattenimento popolare e volgare, non voleva figurare come drammaturgo. “Anonymus“, film del 2011, ha sposato in pieno questa teoria identificando in Edwerd de Vere, 17º conte di Oxford, il ghost-writer di Shakespeare.
Questa teoria, tutta da dimostrare ma non priva di fascino, spiegherebbe ad esempio come un personaggio abituato a viaggiare per l’Europa, ad avere incarichi di ambasciatore, potesse conoscere così bene il Veneto e le sue città. Molte delle sue opere sono infatti ambientate nella nostra regione o hanno riferimenti ad essa: Giulietta e Romeo, I due gentiluomini di Verona, La bisbetica domata (Padova e Verona), Il mercante di Venezia, Otello. Venezia, nel ‘500 era all’apice del suo fulgore, una superpotenza economica e militare conosciuta in tutto l’occidente, il cui sfarzo e raffinatezza, nelle arti e nella cultura, si riverberava su tutte le città del suo dominio in terraferma. Il pubblico di Shakespeare, semplici popolani che avevano nel teatro la loro principale fonte di intrattenimento in un epoca in cui la televisione non esisteva, non poteva che favoleggiare di quelle terre lontane ed esotiche.
Itinerari con Animazione Teatrale
Nei tour guidato con la presenza dell’attore viene seguito questo ideale percorso letterario in Veneto. Immaginiamo quindi che il nostro “Shakespeare” arrivi finalmente a Verona e ritrovi molti di quei luoghi, simboli e racconti, di cui ha tanto parlato nelle sue opere. “Shakespeare” stesso recita per il suo pubblico, in questo caso studenti e ragazzi in visita a Verona, passi scelti delle sue commedie e tragedie. I riferimenti saranno quindi il Mercante di Venezia nel ghetto di Verona, istituito proprio negli anni della dominazione veneziana, a ridosso di piazza delle Erbe, e al centro del quale trova ancora posto la bella sinagoga in stile decò, ovviamente Giulietta e Romeo nei luoghi della tragedia, La Bisbetica domata nel cortile di Palazzo della Ragione, Giulio Cesare, in una Verona che porta ancora evidenti i segni del suo passato romano.
L’itinerario guidato proposto ha una durata di circa 2 ore e può essere accoppiato in convenienti pacchetti da abbinare alla visita guidate ai musei e ai numerosi eventi espositivi in corso a Verona
Per maggiori informazioni sull’itinerario alla scoperta della Verona di Giulietta e Romeo non esitate a contattarci:
email: info@veronamostre.com
tel: +39 338 4986 190
Verona di Giulietta ultima modifica: 2013-01-12T15:07:08+01:00 da