Castelvecchio

Castelvecchio. Il fiume Adige, il ponte Scaligero e il mastio.

Castelvecchio. Il fiume Adige, il ponte Scaligero e il mastio.

Il museo di Castelvecchio non di rado ospita esposizioni temporanee. Le mostre possono essere allestite nello spazio dedicato alla collezione permanente o in sala Boggian, una sezione del museo adibita a questo scopo.
Nel passato sono state realizzate importanti retrospettive di artisti veronesi tra cui Pisanello e Girolamo dai Libri e l’interessantissima mostra relativa al corredo funebre di Cangrande della Scala, il più celebre e amato tra i signori scaligeri.
In occasione di Art Verona, la fiera d’arte contemporanea che si tiene annualmente presso la grande area espositiva di Verona Sud, Castelvecchio ospita opere di artisti moderni affiancate a dipinti e sculture medievali e rinascimentali in un insolito gioco di contrasti e dialogo tra stili ed epoche lontane.

La storia

bernardo bellotto castelvecchio

Castelvecchio in una veduta settecentesca di Bernardo Bellotto.

A metà del ‘300, la signoria della Scala che governava su Verona da quasi un secolo, non si sentiva più al sicuro nel palazzo in cui vivevano nel centro della città. Fu così che Cangrande II, nel 1354, diede inizio alla costruzione di un castello alle porte della città lungo il fiume Adige, in una posizione accuratamente studiata per garantire protezione sia da attacchi esterni che da rivolte interne. Il castello venne edificato rapidamente in mattoni con una cortina merlata esterna rinforzata da torri angolari. Al centro un alto mastio a separare l’ala militare con l’ampio cortile riservato all’esercito scaligero dall’ala residenziale, più piccola, realizzata per accogliere la famiglia della Scala e la sua corte. Sul retro del castello il maestoso ponte fortificato avrebbe garantito una rapida e sicura via di fuga attraverso l’Adige in caso di assedio. Il fiume al contempo forniva l’acqua per il fossato.
Caduti gli Scaligeri alla fine del ‘300, Castelvecchio si rivelò un utile strumento militare per tutti coloro che nel corso dei secoli si avvicendarono al governo della città: Visconti, Carraresi, veneziani, napoleonici, austriaci, e venne progressivamente modificato per adattarsi alle nuove esigenze che la tecnica militare e la logistica richiedevano.

castelvecchio verona

L’aspetto di Castelvecchio a fine ‘800 completamente stravolto dagli interventi austriaci.

Dopo l’Unità d’Italia Castelvecchio subì un totale restauro ad opera di Antonio Avena, che basandosi su dipinti antichi e non senza una certa dose di fantasia, lo riportò all’aspetto originario. Al suo interno furono collocate sculture e dipinti provenienti in buona parte da collezioni private che, tramite lasciti e donazioni, erano entrate a far parte dei Musei Civici di Verona.
Una parte del castello rimase però proprietà dell’esercito e durante la seconda guerra mondiale al suo interno si svolse il Processo di Verona in cui Mussolini fece condannare a morte i gerarchi che avevano fatto cadere il governo. Tra quelli i giustiziati c’era anche Galeazzo Ciano, marito della figlia di Mussolini.

ricostruzione ponte di Castelvecchio

Il ponte di Castelvecchio durante la ricostruzione a seguito dei danni della seconda guerra mondiale.

Il Restauro di Carlo Scarpa

interno Castelveccho Verona

Una delle sale allestite da Carlo Scarpa. Materiali e colorazioni neutre creano un ambiente irreale e sospeso in cui le statue, su particolari supporti disegnati da Scarpa stesso, “fluttuano” come spiriti di un lontano passato.

Nel corso della guerra Castelvecchio aveva subito ingenti danni. Un bombardamento e la demolizione del ponte ad opera dei tedeschi lo avevano lasciato in un aspetto pietoso. L’opera di restauro e allestimento di un efficiente spazio museale fu affidata a Carlo Scarpa, architetto orginale, geniale e innovativo.
Con il restauro di Castelvecchio Carlo Scarpa realizzò il suo capolavoro, dando vita a un linguaggio architettonico che ha avuto una notevolissima influenza non solo in Italia ma in tutto il mondo.
Nell’eseguire il restauro Carlo Scarpa partì dal presupposto che nel corso dei secoli e soprattutto a inizio ‘900, le forme originarie di Castelvecchio erano state irrimediabilmente alterate. Restaurare i rifacimenti posteriori o peggio rifare le parti mancanti nello stile del ‘300 avrebbe significato falsificare ancora di più la struttura. Così decise un itervento radicale. Eliminò buona parte dei rifacimenti recenti, portando alla luce strutture antichissime, risalenti addirittura a prima della costruzione scaligera, e li sostituì con elementi modernissimi, utilizzando materiali completamente diversi da quelli orginali: cemento, grezzo e spazzolato, acciai minimalisti, pietre satinate. Il risultato fu sorprendente. Non solo le “modernerie” di Carlo Scarpa non stonavano con l’antichità del castello, ma anzi aiutavano a metterla in risalto rendendo il museo un ambiente molto suggestivo.
Carlo Scarpa, artista totale, si occupò direttamente di ogni più piccolo dettaglio, disegnando personalmente tutti i particolari di Castelveccho, inclusi sostegni e teche per le opere, e decidendo in prima persona la loro disposizione negli ambienti del museo. A differenza della maggior parte dei musei di tutto il mondo, le opere sono esposte senza barriere, il visitatore può ammirarle da brevissima distanza, girar loro attorno con un contatto senza filtri e mediazione, cosa che a volte rischia persino di pregiudicarne la sicurezza, soprattutto di fronte al turismo di massa degli ultimi anni.
Ancora oggi sono molti gli architetti, designer e curatori museali che giungono da tutto il mondo a Verona per studiare di persona l’opera di Carlo Scarpa per Castelvecchio.

Le Collezioni

Pisanello - Madonna della Quaglia

Pisanello – Madonna della Quaglia

Il Museo ospita una ricchissima collezione permanente di opere d’arte veronese dal XII secolo al 1700. Al piano inferiore trova spazio la collezione di scultura con opere romaniche, gotiche e alcuni esempi di arte rinascimentale. Al piano superiore si trova invece la pinacoteca, con una ricca collezione di affreschi staccati, pale d’altare e tele. Non mancano piccole ma preziose esposizioni di campane medievali, gioielli, armature e armi tra cui la spada del corredo funebre di Cangrande della Scala.
Tra le opere esposte si trovano alcuni celebri capolavori come la Madonna della Quaglia del Pisanello e alcune tele di Paolo Veronese tra cui una spettacolare deposizione e la grande pala Bevilacqua-Lazise.

La deposizione di Paolo Veronese

La deposizione di Paolo Veronese.

Il museo di Castelvecchio offre un’interessantissima panoramica sull’evoluzione dell’arte veronese nel corso dei secoli e permette di venire a contatto con artisti, magari non molto conosciuti fuori dai confini veronesi ma che hanno però realizzato grandi capolavori: il Maestro di Sant’Anastasia, Altichiero, Girolamo dai Libri, Domenico e Francesco Morone, Giovanni Caroto, Alessandro Turchi. Completano l’esposizione opere di artisti non veronesi come Jacopo Crivelli, Mantegna, Bellini o di scuola fiamminga come Rubens.

Il Furto

Il 19 novembre 2015 il museo di Castelvecchio è salito suo malgrado agli onori delle cronache per il clamoroso furto di 17 opere esposte. Una banda di rapinatori entra indisturbata a orario di chiusura, immobilizza il personale del museo e con tutta calma inizia a girare per le sale staccando quadri dalle pareti. Tra le tele rubate ci sono anche la Madonna della Quaglia di Pisanello e il ritratto di giovane ragazzo con disegno di Giovanni Caroto, probabilmente le opere più rappresentative del museo.
Dopo mesi di indagini molto complesse e delicate gli inquirenti riescono a identificare i responsabili del furto tra i quali figurava, come basista, anche l’addetto alla sicurezza del museo. Le tracce della opere trafugate portano verso l’est Europa e dopo qualche mese finalmente vengono ritrovate al confine tra Moldavia e Ucraina. La situazione internazionale  dell’Ucraina rende però particolarmente complesso il rientro dei dipinti che ad un certo punto si trovano al centro di un vero e proprio caso diplomatico, oggetto di trattative politiche ed economiche tra Italia ed Ucraina. Fortunatamente l’impasse riesce a sbloccarsi e tutte le tele tornano finalmente a Castelvecchio dove, dopo un accurato restauro, sono tuttora esposte.

Accesso

Il Museo di Castelvecchio è aperto dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 18.45. Il lunedì dalle 13.30 alle 18.45. Costo di ingresso 6 euro a persona. Comitive superiori ai 15 partecipanti e ultrasessantacinquenni 4,5 euro. Scolaresce, 1 euro a ragazzo.
Non tutte le parti del castello sono accessibili a disabili motori.

Visite Guidate

Il Museo di Castelecchio è un’importante destinazione turistica di Verona per visitatori singoli, gruppi organizzati e rappresenta un’ideale visita didattica per scolaresche in gita a Verona. Durante la visita guidata di Castelvecchio ne vengono illustrati i vari aspetti: quello storico, con la funzione militare  dall’epoca Scaligera a quella austriaca, il restauro di Carlo Scarpa, e le collezioni del museo.

In occasione delle mostre temporanee, le guide turistiche di Verona sono in prima linea nell’illustrazione e divulgazione dei contenuti presentati.

Non esitate a contattarci per maggiori informazioni, dettagli o per prenotare una visita guidata a Castelvecchio.

Castelvecchio ultima modifica: 2013-01-13T00:18:05+01:00 da Verona Mostre