Già da molti anni ormai l’enogastronomia è entrata a far parte di tematiche attorno cui si possono strutturare percorsi e itinerari turistici, anche perché molto spesso attorno a un prodotto tipico ruota anche storia, cultura, tradizione di un territorio, con i suoi paesaggi, arte e architettura.
Tutta la provincia di Verona offre un gran numero di prodotti tipici, molti dei quali protetti da certificati di tradizionalità e qualità e indissolubilmente legati ai territori dove vengono prodotti. Essi possono diventare il tema principale o il complemento di una visita guidata, ideale sia per gruppi organizzati che per singoli visitatori. Le nostre guide turistiche, non solo esperte di arte e storia, ma anche appassionate conoscitrici del territorio, sommelier e buongustaie, sapranno fornirvi tutte le informazioni necessarie per pianificare e accompagnarvi nel vostro itinerario enogastronomico a Verona.
Itinerari guidati enogastronomici a Verona
1. Lago di Garda: olio, vino, castelli e paesi. Le colline lungo le coste del lago Garda sono costellate dei vigneti del Bardolino DOC a est e del Lugana DOC a sud che contengono lo spazio agli ulivi per la produzione dell’olio extravergine Garda DOP. Visite con degustazione sono possibili sia nelle numerose cantine sia ai frantoi dove si potrà conoscere tutto sulle varietà e sui metodi di produzione. Il tutto potrà essere combinato con un itinerario panoramico per ammirare gli splendidi paesaggi del Garda con alcune soste presso i castelli scaligeri lungo il lago come a Sirmione, Lazise, Malcesine o alle antiche pievi romaniche di San Severo a Bardolino o Santa Maria a Cisano.
In uno dei numerosi ristoranti sarà possibile gustare una delle tipiche ricette del lago di Garda come il luccio in salsa con polenta o il coregone.
2. Valeggio e i tortellini. A poca distanza dalla costa sud del Garda, lungo l’emissario del lago, il fiume Mincio, si trova Valeggio, celebre per i tortellini dalla sfoglia sottilissima la cui tradizione legata a un’antica e romantica leggenda. Sono numerosissimi i ristoranti che propongono varie versioni di questa perparazione e laboratori artigiani dove poter assistere e acquistare i tortellini e anche cimentarsi nella loro preparazione.
Un assaggio dei tortellini di Valeggio può essere combinato con la visita con degustazione in una cantina nelle vicine zone del Custoza DOC o del Lugana DOC con la visita al pittorsco villaggio di Borghetto caratterizzato dagli antichi mulini sul fiume Mincio, al castello scaligero di Valeggio, ai luoghi delle celebri battaglie risorgimentali di Custoza, San Martino e Solferino con i loro monumenti commemorativi.
3. La Valplicella: Amarone, olio, ville e pievi romaniche. La Valpolicella è uno delle più famose zone di produzione vitivinicole italiane. Oltre a una visita guidata con degustazione in una delle numerosissime cantine che producono Amarone in Valpolicella è anche possibile assaporare l’omonimo olio d’oliva extravergine insignito della DOP e assaporare i gustosi piatti della cucina locale in uno dei numerosi ristoranti: tagliatelle casalinghe al tartufo nero della Lessinia, tagliolini in brodo coi fegatini di pollo, pasta e fagioli alla veneta, brasato e risotto all’Amarone, torta pissotta. A un itinerario enogastronomico in Valpolicella è possibile abbinare la visita a una delle antiche pievi romaniche o alle numerose ville gentilizie con splendidi parchi e decorazioni.
4. La Lessinia e il formaggio Monte Veronese DOP. A nord di Verona si estende un ampio altipiano formato dalle prealpi veronesi: i monti Lassini oggi tutelato da un parco regionale. La Lessinia è stata interessata dalla presenza umana sin dall’epoca preistorica. Nel medioevo, grazie all’insediamento dei Cimbri, popolazione proveniente dal nord europa, sui pascoli dei Lessini si sviluppò l’allevamento e la produzione caseraria che continua tutt’ora. Il formaggio, Monte Veronese DOP in particolare, è uno dei prodotti d’eccellenza della Lessinia. Sono possibili visite guidate ai pascoli e ai caseifici della zona dove è possibile assistere alle varie fasi di produzione e degustare una selezione di formaggi, alcuni dei quali possono essere stagionati anche più di 36 mesi. Importante è anche la produzione di salumi, di un prelibato miele e dei tartufi neri.
5. Il riso Vialone Nano e la bassa. La pianura a sud di Verona, la cosiddeta zona delle risorgive, dove riaffiora l’acqua che filtra dai monti della Lessinia, è famosa per la produzione di riso. In particolare la varietà Vialone Nano, tipica del veronese, alcuni anni fa insignita della DOP. La risicultura a Verona è antichissima e risale probabilmente al ‘300. Il Vialone Nano, grazie alla ricchezza d’amido che conferisce una grande cremosità alle preoparazioni è consdiderato uno dei risi più adatti alla preparzione di risotti. Sono numerosissime le riserie dove è possibile assistere alle varie fasi della produzione e della lavorazione del riso, visita particolarmente indicata non solo agli appassionati della buona tavola, ma anche come attività didattica per le scolaresche in gita d’istruzione. Alcune riserie hanno annesso un ristorante dove si possono gustare stuzzicanti menu a base di riso, dall’antipasto al dolce.
Non lontano dalla zona di produzione del riso, a Cologna Veneta, è possibile assaggiare un altro tipico prodotto veronese: il mandorlato.
Si tratta di semplici proposte di itinerario, ciascun percorso con le sue tappe può essere personalizzato. Non esitate a contattare le guide turistiche della provincia di Verona per pianificare e prenotare la vostra gita enogastronomica: info@veronamostre.com
Prodotti tipici e territori
I vini di Verona
La città di Verona è completamente circondata da zone di produzione vitivinicola, alcune delle quali tra le più celebri del panorama vitivinicolo italiano, conosciute a livello internazionale, altre meno conosciute ma non per questo prive di interesse e che anzi stanno suscitando crescente interesse. La grande varietà potrebbe permettere di realizzare una completa carta dei vini con solo prodotti veronesei. Si parte infatti dallo spumante metodo classico Monti Lessini Durello DOC, un vino spumante prodotto nella zona collinare tra Verona e Vicenza. Vino di grande struttura, acidità ed eleganza ancora non molto conosciuto ma che si sta conquistando un crescente numero di estimatori. Si passa poi ai vini bianchi fermi con il Soave, tra i vini bianchi italiani più esportati all’estero, il Custoza, leggero e profumato, il Lugana, più strutturato e sapido. Per quanto riguarda i rossi si parte con il Bardolino, vino leggero e fruttato, molto apprezzato anche nella versione rosé Chiareto, passando per i vini della Val d’Adige e approdando alla Valpolicella, dove si spazia dal Valpolicella Classico, simile al Bardolino, per arrivare all’Amarone, vino strutturato, corposo, adatto a lunghi invecchiamenti e all’abbinamento con importanti piatti di carne e cacciagione. Non mancano poi i vini dolci, con il Recioto, sia nella versione bianca a Soave, che in quella rossa in Valpolicella.
Ciascun vino è legato al territorio che lo produce, ciascuno con una sua storia, una sua cultura, le proprie tradizioni gastronomiche, ideali destinazioni per itinerari guidati assieme alle guide turistiche di Verona.
L’olio extravergine d’oliva
Nonostante la latitudine, Verona, grazie alla vicinanza al lago di Garda, è la zona più a nord del mondo dove è possibile coltivare l’ulivo per la produzione di olio extravergine di oliva. Due sono le DOP presenti sul territorio: Garda e Valpolicella. La prima corrisponde a tutto il territorio del lago e vede come varietà principale l’oliva Favarol. La seconda invece corrisponde al territorio della Valpolicella allargata e viene prodotta con una prevalenza di varietà Grignano. Gli alberi di ulivo, anche quelli secolari, non raggiungono mai le dimensioni che si possono trovare in altre zone della costa mediterranea, e la produzione è comunque limitata in quantità anche se caratterizzata da grande qualità. Proprio per le caratteristiche climatiche le olive vengono lavorate prima di raggiungere un completo grado di maturazione garantendo così bassissimi livelli di acidità e una piacevole frescezza. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di frantoi di piccole dimensioni sempre molto attenti alla qualità dei processi e aperti a visitatori sia italiani che stranieri. È possibile quindi effettuare visite agli impianti produttivi, attivi anche ventiquattro ore al giorno da fine ottobre a fine dicembre ed assaggiare vari tipologie di olio extravergine, dai monovarietali, ai blend di differenti tipologie fino ai biologici.
Il formaggio Monte Veronese
Il Monte Veronese anche se ancora poco conosciuto dal grande pubblico, è sicuramente uno dei formaggi più gustosi del ricco panorama caseario italiano, insignito della certificazione DOP nel 1996.
Le origini del Monte Veronese risalgono probabilmente all’epoca scaligera, tra la fine del 1200 e la fine del 1300, quando sulle prealpi a nord della città, i monti Lessini, giunsero i Cimbri, popolazione germanica proveniente dall’odierna Danimarca. I Cimbri si insediarono in una zona che nel medioevo era considerata impervia e dificilmente abitabile e svilupparono l’attività casearia che continua tutt’ora tanto che affianco al Monte Veronese troviamo anche un formaggio denominato proprio Cimbro.
Il Monte Veronese si può trovare in varie tipologie: a Latte Intero, con stagionatura compreso tra i 25 e 60 giorni, d’Allevo Mezzano, a pasta semicotta con latte parzialmente scremato e stagionatura tra i 3 e i 6 mesi, d’Allevo Vecchio con stagionatura di almeno un’anno, ma che può arrivare anche a 24 o 30 mesi. Vi è poi la versione di Malga, realizzato con latte proveniente da mucche al pascolo nel periodo maggio-settembre.
Il Monte Veronese è un formaggio molto versatile a seconda della tipologia. Leggero e delicato, adatto ad antipasti e spuntini leggeri quando fresco, intenso e aromatico nelle versioni più stagionate, ideale fine pasto da degustare con attenzione, magari accompagnato a un importante vino rosso del territorio come l’Amarone.
Sono molti i caseifici da poter visitare in Lessinia, assistendo alle fasi di produzione del Monte Veronese, alla stagionatura e terminando con una degustazione delle varie tipologie.
Il riso Vialone Nano
L’estremità sud della provincia di Verona sconfina nella Pianura Padana. La “Bassa“, come viene definita, è caratterizzata dall’abbondanza di acqua che “scivolando” dai monti a nord della città, riaffiora in risorgive e fontanazzi nelle zone pianeggianti rendendole ideali per la coltivazione del riso. L’introduzione del riso in Italia risale al medioevo dove seguì due vie distinte ma entrambe asiatiche. Nel sud vennero importate dagli arabi varietà a chicco lungo, provenienti dall’asia centrale, più adatte alle condizioni calde e secche della Sicilia. A nord invece il riso giunse dall’estremo oriente, in varietà a chicco tondo, adatte al clima più fresco e all’abbondanza d’acqua di certe zone come appunto la bassa veronese. Lo sviluppo della risicoltura in territorio veronese si ebbe principalmente con la breve dominazione viscontea a fine ‘300 e oggi è un’importante prodotto dell’economia agroalimentare veronese, insignito del marchio IGP nel 1996.
Il Vialone Nano è un riso a chicco tondeggiante, abbastanza piccolo, ricco di amido, ideale per la preparazione del risotto in quanto assorbe perfettamente sapori e aromi contribuendo alla realizzazione di piatti gustosi e dalla consistenza vellutata e cremosa. In un piatto di riso realizzato con il Vialone Nano Veronese si possono sintetizzare moltissimi prodotti della tradizione veronese, abbinandolo al radicchio, all’Amarone, agli asparagi dell’est veronese, al tartufo nero della Lessinia, condendolo con l’olio del Garda o della Valpolicella e guarnendolo alla fine con una spolverata di Monte Veronese grattugiato. La ricetta più tradizionale della bassa veronese è però li “riso al tastasal“, preparato con la pasta fresca di salsiccia e insaporito con un miscuglio di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano, ma la cui composizione è un segreto ben custodito da ogni chef.
Tutta la zona di produzione del Vialone Nano Veronese IGP è costellata di riserie, alcune di antica e lunga tradizione, dove è possibile assistere alle varie fasi di coltivazione e lavorazione del riso, sia con le antiche “pile“, sia con i più moderni macchinari. Annesse ad alcune di queste riserie vi sono poi ristoranti dove la materia prima viene elaborata in gustose ricette che spaziano dagli antipasti al dolce.
Ogni anno dal 1967 da metà settembre a metà ottobre in occasione della mietitura, nel paese di Isola della Scala, nel cuore della zona di produzione del Vialone Nano Veronese, si svolge la Fiera del Riso, un grande evento che coinvolge le riserie della bassa che presentano i loro prodotti e preparano risotti a volontà per tutti i partecipanti che negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale rendendo la Fiera del Riso di Isola della Scala uno degli appuntamenti più seguiti della provincia di Verona.
Una visita guidata alle riserie della zona di produzione del Vialone Nano Veronese IGP è una destinazione ideale per le scolaresche in gita di istruzione o per gli amanti della buona tavola e dei prodotti tradizionali.
I tortellini di Valeggio
Valeggio, ai confini occidentali della provincia di Verona a ridosso del fiume Mincio, è celebre per i suoi tortellini. La caratteristica dei tortellini di Valeggio è la sfoglia, sottilissima grazie a un sapiente impasto di farina e uova. La ricetta tradizionale prevede il ripieno a base di carni varie, formaggio, pan grattato e vino. I vari pastifici hanno tutti le loro ricette segrete e negli anni sono fiorite numerose variazioni sul tema con ripieni a base di solo formaggio, di verdure, funghi e tartufi. Il modo migliore di gustarli è con un buon brodo o conditi con burro fuso e abbondante formaggio grattugiato.
La produzione dei tortellini di Valeggio risale al medioevo ed è legata a una leggenda romantica detta del “nodo d’amore”. Alla fine del ‘300 Verona era contesa tra la decadente signoria Scaligera e i Visconti, potenti signori di Milano. L’esercito di Giangaleazzo Visconti era accampato lungo il Mincio, confine tra i due territori. Malco, uno dei capitani di Giangaleazzo si imbatté per caso in alcune streghe intente a danzare di notte nei pressi del fiume. Seguitane una scoprì che in realtà di trattava di una bellissima ninfa di nome Silvia, costretta ad assumere le fattezze di una megera da un crudele incantesimo. I due si innamorarono al primo sguardo ma la ninfa, dovendo ritornare al fiume, lasciò a Malco un fazzoletto di seta annodato come pegno d’amore. Il giorno seguente nel corso di una festa danzante, Malco scorge tra le dame Silvia, che ha rischiato avventurarsi nel mondo degli uomini per rivedere l’amato. I loro sguardi amorosi però suscitarono la gelosia di Isabella, pretendente di Malco, che denuncia la vera natura di Silvia la quale è costretta a fuggire e, aiutata da Malco, riesce a tornare al fiume. Il giovane capitano viene invece arrestato con l’accusa di stregoneria. La notte stessa Silvia raggiunge Malco presso la sua cella e gli propone di fuggire insieme nel mondo fatato delle ninfe del Mincio. Lui accetta, ma la loro fuga è scoperta. Inseguiti dalle guardie, vengono aiutati da Isabella, pentita di ciò che ha causato a Malco, che con un espediente rallenta l’inseguimento delle guardie permettendo la fuga dei due innamorati. Tutto ciò che essi lasciano dietro di se’ è il fazzoletto annodato. In ricordo di questa leggenda romantica le donne di Valeggio riproducono le fattezze della seta annodata con la sfoglia sottilissima dei tortellini ripieni. Ogni anno in primavera, l’associazione dei ristoratori di Valeggio organizza una grande festa sull’antico ponte costruito da Giangaleazzo Visconti in ricordo di Malco e Silvia. Protagonisti della serata, oltre alle dame e i cavalieri in abbigliamento medievale, sono naturalmente i celebri tortellini.
Tutto l’anno è comunque possibile assaporare i tortellini di Valeggio nei ristoranti della zona o acquistarli nei numerosi pastifici artigianali. È inoltre possibile partecipare a corsi dove si insegna a tirare la pasta sottilissima e a dare forma al “nodo d’amore”.
Frutta e verdura
Tutto il territorio attorno a Verona è caratterizzato da un grande sviluppo della produzione agricola con alcune zone dove si sono sviluppate particolari tipologie di culture. In Valpolicella ad esempio la ciliegia fino ad alcuni decenni orsono aveva quasi la medesima rilevanza della vite. Ancora oggi comunque mantiene una sua importanza tra i prodotti delle zone collinari del veronese. La parte pianeggiante è invece caratterizzata dalle pesche e dai kiwi, dei quali Verona è uno dei principali produttori a livello europeo. Sempre in pianura trova spazio la produzione del radicchio di Verona, insignito del marchio IGP. Meno celebre del “cugino” trevigiano, è anch’esso un prodotto di alta qualità, ideale per risotti, da fare alla griglia, o come accompagnamento di carni arrosto.
Nell’est veronese si produce invece l’asparago, celebre anche nella versione bianca coltivata sulle colline moreniche attorno a Rivoli Veronese.
Realtà industriali
La lunga tradizione agricola di Verona ha fatto sì che parallelamente ad essa si sviluppasse un’attività di trasformazione delle materie prime alimentari con la diffusione di numerosissime attività che vanno da alcuni dei grandi colossi italiani dell’agroalimentare a più piccole realtà artigianali. Forse non molti sanno che aziende come Bauli, Paluani, Melegatti, Pellini, Rana, Vicenzi Biscotti, sono tutte aziende veronesi. Ad esse si affiancano numerosi laboratori artigianali di prodotti dolciari, caseari, salumi, caffé, ecc. Visite guidate a molte di queste realtà sono spesso possibili, ideali per tutti gli appassionati di agroalimentare o come visita didattica per scolaresche in gita a Verona.
Per maggiori informazioni, per pianificare o prenotare la vostra gita a Verona alla scoperta delle sue realtà enogastronomiche non esitate a contattare le guide turistiche della provincia di Verona: info@veronamostre.com
Itinerari Enogastronomici ultima modifica: 2014-10-12T12:41:18+02:00 da