Paolo Veronese e la Religiosità
Un’importante sezione della mostra di Paolo Veronese, l’Illusione della Realtà, a Verona, Palazzo della Gran Guardia, dal 5 luglio al 5 ottobre 2014, sarà dedicato alla tematica religiosa.
Paolo Veronese, a causa della grande raffinatezza estetica delle sue opere e della loro impostazione caratterizzata da una teatrale eleganza, è stato spesso considerato un pittore, se non propriamente anticattolico, comunque sostanzialmente orientato a un approccio quasi laico alla pittura. In molti poi hanno voluto vedere nell’ormai celebre processo inquisitorio a causa di un suo dipinto, L’ultima cena, poi ribattezzato Convito a casa di Levi, un chiaro e inconfutabile segnale della sua fredda adesione ai principi religiosi ortodossi, quando non addirittura un vero e proprio atteggiamento eterodosso dell’artista.
A questa visione di Paolo Veronese e della sua opera come sostanzialmente laica e mondana, ha poi certamente contribuito la fama e l’apprezzamento che il pittore ha da sempre nel mondo francese, dove la critica ha spesso tentato di propugnare questo tipo di lettura.
È indubbio che il gusto estetico di Paolo Veronese sia sempre stato molto attento alla piacevolezza estetica, all’eleganza dei particolari, all’impatto scenico delle sue composizioni, motivo per altro del suo grande successo. È altresì vero che una buona parte della sua opera fu realizzata per una committenza religiosa, chiese e monasteri tra i più importanti e in vista del Veneto, in un epoca, quello della Controriforma, in cui un pittore di certo non poteva prendere alla leggera il contenuto delle proprie opere, tanto più che questo era regolato dalla precisa volontà del committente con cui si instaurava un complesso rapporto dialettico che finiva con la stesura di dettagliati contratti di realizzazione.
A una più attenta lettura, andando magari al di là della raffinata estetica dei suoi dipinti che spesso può “distrarre”, le opere di Paolo Veronese sono in realtà animate da un’attenta e precisa lettura del racconto evangelico e agiografico che confluisce poi in una eccezionale traduzione in immagini dal potente impatto visivo. In questo filone si inseriscono opere come il Riposo nella fuga in Egitto del Sarasota Ringling Museum, l’Adorazione dei Magi per la chiesa di Santa Corona a Vicenza o ancora il Matrimonio mistico di Santa Caterina dalle Gallerie dell’Accademia a Venezia.
Accanto alle opere dai colori sgargianti e dal turbinante dinamismo, vi è poi un Veronese, forse meno conosciuto, più vicino allo stile del Tintoretto, in cui le atmosfere si fanno più cupe e numinose. In questa sezione, opere come il Buon Samaritano, dal museo di Dresda, o Cristo nell’orto del Getsemani proveniente da Brera, cercheranno di dare conto di questo Veronese più mistico.
Il Veronese nelle chiese di Verona
Oltre alle opere presenti in mostra al palazzo della Gran Guardia, sarà possibile estendere la visita alle opere di Paolo Veronese alle chiese cittadine di San Paolo e San Giorgio. In quest’ultima in particolare è conservata una delle sue più intense opere con tematica religiosa: Il martirio di San Giorgio, tra i massimi capolavori dell’artista, anche se sconosciuto ai più.
Scoprite la mostra Paolo Veronese, l’Illusione della Realtà e gli itinerari turistici tematici nelle vie, nei quartieri e nelle chiese cittadine assieme alle guide turistiche di Verona.
Paolo Veronese e la Religiosità ultima modifica: 2014-03-31T19:12:07+02:00 da