Maternità. Da Previati a Boccioni
L’Amore Materno. Alle origini della pittura moderna da Previati a Boccioni
Dal 6 dicembre 2018 al 10 marzo 2019
Presso Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Forti – Palazzo della Ragione
L’amore materno, come tema della mostra, serve da spunto per una riflessione sull’evoluzione dell’arte moderna in Italia dalla fine dell’800 alla prima metà del ‘900.
Cuore dell’esposizione presso il Museo d’Arte Moderna di Verona è il dipinto di Gaetano Previati – Maternità, opera di grande complessità sia per come sviluppa la tecnica divisionista, sia per il forte impatto simbolista e introspettivo di cui è dotata.
Oltre a Previati, la fertile stagione dell’avanguardia italiana di fine ‘800 sarà quindi rappresentata da circa quindici opere, tra dipinti e disegni, di grandi artisti: Medardo Rosso, Segantini, Morbelli, Pelizza da Volpedo e Boccioni.
Per informazioni e visite guidate: info@veronamostre.com
Il Divisionismo
Punto di partenza della mostra non è solo il tema dell’amore materno, ma anche la tecnica pittorica del divisionismo sviluppata da Gaetano Previati. Questa particolare tecnica pittorica è legata alle scoperte scientifiche sulla composizione della luce e accostamenti cromatici. Gli studi del chimico francese Michel Eugène Chevreul, direttore di una manifattura di tessuti, portarono alla scoperta delle relazioni di complementarietà tra colori e dei relativi effetti ottici e percettivi che ne derivano. Egli scoprì come accostamenti di colori complementari (rosso-verde, giallo-viola, blu-arancione, ecc) o di diverse tonalità dello stesso colore, portavano in un caso all’esaltazione delle tinte, nell’altro al loro smorzamento.
Alcuni pittori, affascinati dalle potenzialità espressive di questa scoperta, sperimentarono nei loro dipinti l’applicazione delle teorie di Chevreul. La pittura a colori separati si sviluppò inizialmente in Francia dove prese il nome di puntinismo (pointillisme) grazie all’azione innovativa di pittori come Seurat e Signac e delle loro celeberrime opere.
La pittura a “colori divisi” si diffuse rapidamente e in Italia trovò terreno fertile in artisti come Previati, Segantini, Pelizza da Volpedo, Angelo Morbelli.
Il punto di svolta fu la grande opera di Gaetano Previati “Maternità“, presentata alla Triennale di Brera del 1891. Un’opera monumentale, di più di quattro metri di larghezza, studiata a lungo, in cui confluirono anni di studi tematici e tecnici dell’artista ferrarese. A differenza degli artisti francesi, che prediligevano la pittura per piccoli punti di colori complementari contrapposti, Previati sviluppò una sua interpretazione della tecnica, che prevedeva lunghe pennellate filiformi di toni contigui. L’effetto finale creò all’interno del dipinto una luminosità diffusa e diafana, di una luce che, diffondendosi da dietro l’albero alle spalle della madre allattante, centro fisico e simbolico del dipinto, sembra trasmettere vibrazioni ritmiche all’aria.
Il forte dibattito che provocò tra pubblico e critica stimolò molti artisti contemporanei a un confronto e a ricerche personali.
Tessiture e intrecci
I pittori divisionisti italiani furono grandi sperimentatori. Lè superifici delle tele si ricoprivano di puntini, righe, intrecci di colori, trame materiche a volte spesse, a volte sottili e quasi raschiate.
Alla tecnica rigorosa, basata su uno studio quasi scientifico della luce e del colore, si intrecciarono le tematiche che si erano sviluppate nei decenni precedenti, con la scapigliatura, il verismo, il romanticismo, l’idealismo. Da un lato quindi l’approcio simbolista di Previati e Segantini, con madri e maternità idealizzate, impigliate come tessuti di seta tra i rami nodosi degli alberi, ambientazioni fantastiche, angeli dalle ali immense e avvolgenti che occupano grandi porzioni della tela.
Dall’altro le madri realiste di Morbelli e Pelizza Da Volpedo, vere e proprie istantanee di popolane, raffigurate nella loro fisicità, dalla spossatezza del parto allo sforzo di sostenere un bambino paffuto, che sembra anticipare il celebre “Quarto stato”.
Nel percorso della mostra sono presenti anche alcuni raffinati disegni che mostrano le grandi capacità tecniche di una generazione di pittori colta, dalle grandi capacità tecniche, formatasi nelle rigorse accademie ottocentesche.
Boccioni
Aderisce alla tecnica divisionista anche il giovane pittore Umberto Boccioni. Lo fa con un approccio innovativo e personale, magnificamente rappresentato dal ritratto di spalle della madre. Le lunghe, eleganti pennellate di Previati, in Boccioni diventano più nervose e irrequiete. I colori si fanno più accesi e contrastanti e si sovrappongono e intrecciano creando delle onde che si propagano lungo la superficie della tela. Non è difficile scorgere la direzione intrapresa e il punto di arrivo, con le linee di toni contrapposti e itersecanti che si trasformeranno di lì a poco nelle coloratissime onde di di energia e movimento della pittura futurista, che romperà definitivamente con il passato.
Le Collezioni Permanenti
“Amore Materno. Alle origini della pittura moderna da Previati e Boccioni” è una piccola, grane mostra che occupa una sala all’interno della Galleria d’Arte Moderna di Verona. Già solo la rara esposizione della monumentale opera di Previati meriterebbe una visita. Le opere che la affiancano, per quanto di miniori dimensioni, sono dotate non solo di una grandissima piacevolezza cromatica e compositiva, ma anche di una notevole intensità emotiva.
La visita alla mostra può essere inoltre l’occasione per vedere, o rivedere, la bellissima sede di Palazzo della Ragione, con le sue collezioni permanenti. Tra le opere normalmente esposte si potranno trovare molti richiami e collegamenti alle tematiche e alle tecniche della mostra temporanea, con opere di Medardo Rosso, Morbelli o il veronese Angelo Dall’Oca Bianca, oltre che ammirare la Cappella dei Notai, straordinario capolavoro della pittura settecentesca a Verona.
Informazioni
Per informazioni sulla mostra e prenotare una visita guidata: info@veronamostre.com